Fibra Ottica, FTTC o FTTH quali differenze?

La fibra ottica non è tutta uguale: ormai anche chi non ha esperienza di reti si trova di fronte con una certa frequenza acronimi apparentemente incomprensibili come FTTC e FTTH, dietro ai quali si nascondono tecnologie diverse con prestazioni ormai difficilmente paragonabili. Vediamo qui di seguito a che cosa si allude in Italia quando si parla di fibra, e cos’è meglio scegliere per la propria connessione.. .

Le prestazioni di FTTC e FTTH

FTTC e FTTH sono due acronimi che si leggono spesso quando si valutano le offerte fibra dei provider Internet, soprattutto perché le differenze di prestazioni tra l’una e l’altra tecnologia sembrano essere notevoli. Di norma, infatti, la FTTC si ferma intorno a 100 o 200 Megabit al secondo o in qualche caso 200 Megabit, mentre la FTTH è quella che consente le velocità di punta attualmente disponibili con TIM, Vodafone, Wind e Infostrada, 1 Gigabit al secondo.

Come funzionano l’ADSL e la fibra

Per capire come funzionano i due diversi approcci è necessario fare un passo indietro, e ricordare come la fibra ottica non sia tutta uguale. L’ADSL tradizionale è stata una rivoluzione per Internet in Italia perché, a differenza di altre tecnologie (come ad esempio l’ISDN) non necessitava di interventi particolari sulla normale linea telefonica, eccezion fatta per i filtri da attaccare alle prese per evitare interferenze con le telefonate.

 

In questo modo, centinaia di migliaia di case “sconnesse” hanno potuto accedere alla Rete semplicemente acquistando un modem e collegandolo, senza altri interventi, con una velocità centinaia di volte superiore al vecchio modem 56k.

 

Con la fibra ottica il discorso è diverso, perché si tratta di una tecnologia che non ha nulla a che vedere con la rete telefonica tradizionale, basata invece sul cosiddetto “doppino ritorto” (due conduttori in rame isolati). La fibra ottica è infatti un materiale vetroso ricavato da silice purissima oppure un polimero (molto meno fragile), ridotto allo spessore di un capello o poco più, con velocità di trasmissione molto superiore.

Che cos’è la FTTH

Questo è uno dei motivi (non l’unico, sia chiaro) per cui la fibra ottica ci ha messo così tanto ad affermarsi in Italia – e anche ora il nostro Paese è purtroppo nelle ultime posizioni in tutte le classifiche sulla velocità media delle connessioni, sintomo di un’ancora scarsa capillarità della rete in fibra. Mentre sfruttare il doppino di rame della normale linea telefonica non dà problemi, la fibra richiede (o perlomeno richiedeva) interventi molto più invasivi per arrivare sino alle singole case, con i disagi che è facile immaginare. Questa è la fibra FTTH, che significa semplicemente “Fiber To The Home”, ovvero “fibra fino alla casa”.

 

È facile capire come la FTTH sia la tecnologia in grado di dare i migliori risultati in assoluto, perché tutto il collegamento è in fibra diretta; allo stesso tempo, però, è più dispendioso per gli operatori, che devono eseguire lavori complessi (il più delle volte sfruttando cavi e tubature già presenti per la rete elettrica), più lento nell’installazione e più disagevole per gli inquilini.

La FTTC e le altre

Per questo si è pensato a delle soluzioni di compromesso: portare cioè la fibra ottica solo fino a un certo punto (la parte più complessa, del resto, è quella che dalla strada arriva fin dentro ai singoli appartamenti) e da lì in poi sfruttare solo per un breve tratto il vecchio doppino di rame.

 

Ecco spiegati gli altri acronimi che affollano il panorama della fibra in Italia: FTTS, FTTC, FTTB. FTTC è di gran lunga il più noto, e significa “Fiber To The Cabinet”, dove “cabinet” è l’armadio stradale da cui si dipartono poi le singole connessioni ai condomini e agli appartamenti. Con l’approccio FTTC, la fibra ottica viene quindi portata solo fino alla cabina di zona, con lavori sensibilmente meno invasivi e un costo minore per gli operatori che si occupano del cablaggio (riflessi poi di solito in canoni più bassi). FTTS sta per “Fiber to the Street” ed è sinonimo di FTTC, mentre FTTB (meno usato) significa “Fiber to the Building”, quando la fibra fino al condominio e da lì in poi si usa il rame per arrivare nelle unità abitative singole, una sorta di via di mezzo tra FTTH e FTTC.

 

Vantaggi e svantaggi della FTTC

I vantaggi della fibra FTTC, dal punto di vista degli utenti, sono stati immediati: è qui che, grazie a operatori come Fastweb, la fibra ottica in Italia (anche se per qualche purista non è “vera fibra”) ha smesso di essere una tecnologia di nicchia per essere adottata non solo dalle città più cablate come Milano, ma anche in centri di medie o piccole dimensioni. Una soluzione capace di ridurre il digital divide soprattutto in quelle zone dove il cablaggio con FTTH sarebbe decisamente troppo dispendioso anche calcolando il ritorno economico: è facile immaginare come cablare un paesino con la FTTH sarebbe molto poco conveniente per i bilanci di un provider.

C’è naturalmente un prezzo da pagare: la connessione non può arrivare alla velocità della FTTH e, soprattutto, più la cabina di zona è lontana dalla casa (e quindi più lungo è il tratto in rame), più la connessione può essere di scarsa qualità, instabile e con rallentamenti. Per questo molti provider garantiscono una distanza massima dall’abitazione, ma purtroppo sovente questo non basta per garantire una navigazione accettabile.